Crollo Terra Tether corre ai ripari

L’ultima grande crisi del mercato crypto sembra essere particolarmente grave. A farne le spese è, prevalentemente, il settore delle stablecoin.

Proponendosi come asset digitali il cui valore rimane ancorato ad una specifica valuta fiat, come ad esempio il dollaro americano, hanno spesso diviso il pubblico in merito alla trasparenza delle proprie riserve.

L’epilogo di Terra (LUNA), al centro del crollo, rappresenta certamente un campanello d’allarme per altri giganti che ne condividono la particolarità.

Tra queste, la maggiore interessata è certamente Tether. Già al centro di numerose polemiche, la nota stablecoin ora ha il dovere di rassicurare i propri investitori.

I timori delle stablecoin

Con il collasso di Terra, la paura di un effetto domino su tutto il mondo stablecoin, le criptovalute il cui valore è ancorato ad un’effettiva valuta nel mondo reale, sta prendendo pericolosamente piede.

Il triste destino di uno dei più seguiti e controversi progetti in ambito crypto ha certamente scatenato un vero e proprio clima di panico.

La colata a picco di Terra scuote un ambiente già precario dopo i mesi al ribasso, andando ad influenzare anche il valore delle criptovalute più disparate come Bitcoin (BTC).

Tether, la più nota stablecoin sul mercato, si ritrova dunque al centro di un ciclone mediatico. Da una parte, investitori ed istituzioni si chiedono quanto le stablecoin possano essere effettivamente uno strumento sicuro dopo il recente disastro. Dall’altro lato, le già altalenanti prove di fiducia verso la compagnia rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione già precaria.

La mossa di Tether

Proprio per questo motivo, la board di Tether ha annunciato di aver già messo in pratica un piano di salvaguardia della propria stabilità.

Stando alle parole di Paolo Ardoino, CTO di Tether, pronunciate in occasione del Twitter Space del 12 maggio, la compagnia avrebbe già iniziato a prendere provvedimenti.

Tether avrebbe infatti dato il via ad una serie di tagli drastici delle proprie riserve in commercial paper e certificati di deposito.

La priorità di Tether sarebbe infatti quella di puntare su Titoli di Stato.

Difatti, la maggior parte delle riserve finanziarie della compagnia sarebbe già composta da titoli di questo tipo, più precisamente da Titoli di Stato americani.

Di fatti, come ha sottolineato lo stesso Ardoino, al momento ogni paura relativa al possibile crollo di Tether è da ritenersi infondata. Una situazione che non spaventa la più grande e nota stablecoin sul mercato, se non per la sensibile perdita di fiducia che gli investitori hanno inevitabilmente sperimentato dopo il crollo di Terra.