DeFi

defiNegli ultimi tempi si fa un gran parlare della cosiddetta DeFi, abbreviazione che sta per “Decentralized Finance” e quindi per “finanza decentralizzata”. Ma allo stesso tempo si fa anche una gran confusione, motivo per il quale nel corso di questo articolo faremo definitivamente chiarezza a riguardo.

Che cosa è la DeFi? Come funziona e a cosa serve? Perché sta avendo un grande successo? Sono tutte domande alle quali risponderemo insieme nelle righe che seguono.

Che cosa è la DeFi?

Cominciamo con il definire la DeFi. L’avvento della blockchain e quindi delle reti decentralizzate hanno reso disponibili una serie di strumenti finanziari innovativi. In più hanno fatto la loro comparsa i contratti intelligenti, detti anche “smart contracts”, spinti dal progetto Ethereum. Tutto è partito dal lancio di numerosi portafogli elettronici, i famosi e-wallet, ma poi si è spinto molto più oltre. Il tutto in virtù dei due punti fermi della finanza decentralizzata: appunto i contratti intelligenti (smart contracts) e le reti decentralizzate (blockchain).

Nel primo caso abbiamo degli strumenti in grado di dare luogo in maniera completamente automatica a dei contratti stipulati in precedenza. Due persone possono decidere di accordarsi ad esempio per un prestito e sfruttare la blockchain come garante e assicurazione che il tutto si svolga regolarmente come pattuito. Tutto alla luce del sole, regolare e limpido, sotto gli occhi di tutti gli utenti della rete decentralizzata e senza brutte sorprese.

Inizialmente gli smart contracts sono nati sulla blockchain di Ethereum che meglio si prestava a questa tipologia di strumento, che rende tra l’altro possibile l’emissione di moneta digitale ERC20 con una notevole capitalizzazione di mercato alle spalle. La grande liquidità dietro la criptovaluta più popolare al mondo dopo Bitcoin ha reso possibile tutto questo. Si attesta sul miliardo di dollari il valore totale degli asset che ormai si appoggiano alla DeFi, con una crescita davvero vertiginosa ed esponenziale avvenuta nel corso degli ultimi anni. Teniamo presente che i primi strumenti di finanza decentralizzata hanno visto la luce appena nell’anno 2017.

DeFi: i motivi del successo

Ma perché sempre più persone nel mondo scelgono di utilizzare questi nuovi strumenti finanziari? Senz’altro è la decentralizzazione la loro marcia in più, che pone davvero poche limiti alla quantità e alla qualità delle operazioni possibili e garantisce una certa discrezione e protezione dei propri dati personali. Sicuramente il mondo DeFi è strettamente connesso a quello delle criptovalute e insieme hanno portato un’autentica rivoluzione finanziaria.

Il fatto che non occorra più coinvolgere un intermediario nell’esecuzione dei contratti intelligenti in quanto basta la blockchain è stato un cambiamento epocale. Ecco perché in tre anni il valore degli smart contracts attivi si è più che triplicato e questo ha comportato un consistente aumento anche della capitalizzazione di mercato delle monete digitali sfruttate in questi accordi: stiamo parlando di più di 15 miliardi di dollari. Ci sono criptovalute che sono arrivate a valere duecento volte di più e chi ne aveva acquistate delle unità un po’ di tempo fa adesso ha raccolto un bel gruzzoletto.

Dopo la nascita del Bitcoin quello della DeFi è stato l’avvento più significativo e ha portato con sé le applicazioni decentralizzate, dette anche “dApp”. Tra queste hanno acquisito maggior rilievo quelle del settore del trading di criptovalute e degli exchange che ne rendono possibile l’acquisto, la vendita e lo scambio. Le transazioni completamente peer-to-peer mettono gli utenti uno di fronte all’altro senza ricorrere a banche né organismi centrali, che in ogni caso non c’entrano nulla con le piattaforme utilizzate.

Ecco perché è diventato così facile scambiare monete digitali ma anche prestarle o chiederle in prestito e guadagnare attraverso gli interessi. Ma come abbiamo anticipato la DeFi è molto di più e con essa è possibile piazzare delle scommesse, giocare con lotterie che rimborsano anche chi non vince e scambiare beni fisici come l’oro e valute tradizionali (fiat) come l’euro.

Si tratta di un mondo sconfinato ancora in larga parte inesplorato e per questo pieno di possibilità invitanti. Le dApp hanno un numero relativamente piccolo di utenti al momento ma presto potrebbero cambiare la routine di una fetta sempre più grossa di persone. Ad esempio si possono comprare sempre più cose attraverso piattaforme DeFi e presto presumibilmente anche abitazioni mediante mutui. Manco a dirlo gli accordi verranno messi per iscritto e memorizzati sulla blockchain e tanto basterà a tutela di entrambe le parti coinvolte. Nessun bisogno di avvocati né di banche e per questo è auspicabile che il prezzo delle case possa subire un ribasso.

La DeFi è regolamentata?

In realtà i cambiamenti sono stati talmente repentini da rendere possibile operare senza che ancora fosse stata emessa una regolamentazione. Forse anche per questo si è avuta la crescita imponente di cui parlavamo. Inoltre al momento alla base della finanza decentralizzata c’è il principio della fiducia e della privacy, per cui le parti non vengono identificate e non serve verificare la solvibilità di chi accede per esempio ad un mutuo.

Ovviamente presto o tardi arriverà l’intervento del legislatore a regolare i flussi finanziari decentralizzati e presumibilmente anche a difendere gli interessi di banche e altri organismi finanziari. Nell’estate scorsa negli Stati Uniti d’America la SEC, che corrisponde alla nostra Consob, ha dato il suo nulla osta al fondo Arca, imperniato sulla rete di Ethereum. E mano mano il fenomeno sconfiggerà la diffidenza e porterà all’aggiornamento delle leggi una volta che queste si saranno rivelate anacronistiche.

Lo stanno capendo anche alcune importanti istituzioni tradizionali che operano nel mondo della finanza, aderendo in qualche maniera alla DeFi. Decine e decine di banche tra le più prestigiose del mondo stanno cominciando finalmente ad utilizzare la blockchain per dar luogo a transazioni più veloci: una su tutte JP Morgan, per intenderci.

Infine anche la pandemia iniziata nel 2020 ha dato un ulteriore impulso alla DeFi, causando l’abbassamento dei tassi di interesse. Questo significa per la finanza decentralizzata poter offrire profitti maggiori per chi intende risparmiare e mettere denaro da parte.

Chiunque abbia uno smartphone (ormai quasi tutti), anche se non ha un suo conto in banca, può oggi entrare nel mondo della DeFi. Che in questa maniera può puntare davvero ad un pubblico sconfinato e trasversale. Per tutti questi motivi conviene farsi trovare pronti davanti a questo cambiamento che sta rendendo più democratico e libero il mondo della finanza.

Ulteriori articoli e pagina sulla DeFi seguiranno a breve qui su Criptomane.