giapponecr

La grande sfida del 2023 per criptovalute e tecnologia blockchain non riguarderà soltanto la riconquista della fiducia degli investitori.

L’anno appena trascorso si è rivelato particolarmente difficile in termini di valutazioni sul mercato. Ciò non ha però arrestato la crescita esponenziale di progetti a tema crypto. Solo in Italia, gli investimenti totali nel settore sono cresciuti del 50% rispetto al 2021, dati che evidenziano un sentimento generale ben diverso da quello pronosticato.

Cosa devono fare le istituzioni per proteggere gli utenti dai rischi di un mercato incerto, senza però sacrificare il progresso tecnologico?

Sulla fattibilità o meno di un tale, prodigioso intervento, le istituzioni giapponesi non sembrano avere dubbi.

La spinta del Giappone

Dal Paese del sol levante soffia un vento di rivoluzione, non solo tecnologica ma anche legale. È quanto emerge dagli atti della Financial Services Agency (FSA), organo del governo giapponese preposto al ruolo di regolatore finanziario nazionale.

L’obiettivo è chiaro: modificare le attuali norme relative agli asset digitali, giudicate fin troppo stringenti su alcuni temi, per porre fine ad un vero e proprio esodo di talenti verso paesi stranieri.

Non solo talenti, ma anche capitali. Nucleo centrale delle tanti voci di riforma riguarda la tassazione delle operazioni crypto presso le grandi organizzazioni.

Le attuali norme sarebbero responsabili della continua emorragia di capitali che, continuando a fluire negli ultimi anni, rischia di allontanare il Giappone dalla vetta dei paesi con più influenza in ambito crypto.

Voce agli esperti

La palla passa dunque alla National Tax Agency (NTA). Secondo molti analisti, la stessa agenzia sarebbe orientata ad accontentare le richieste di una tassazione meno asfissiante.

A parlare è Junya Izumi, professore di diritto tributario presso l’Università di Chiba ed esperto in materia di diritto degli asset digitali, che su Twitter si è detto convinto della volontà della NTA di modificare presto il quadro normativo.

Analizzando la “guida alle crypto” pubblicata proprio la scorsa settimana dalla NTA, non ci sarebbero più dubbi circa questa possibilità.

Attualmente, in Giappone vige un regime che regolamenta il pagamento tributario in base alle variazioni positive del prezzo delle valute digitali rispetto alle valute fiat.

La differenza con il quadro normativo della maggior parte dei paesi occidentali è sostanziale e, secondo il parere di molti analisti, non più sostenibile per le aziende giapponesi. Un’idea condivisa anche dalla maggior parte degli investitori e ora, probabilmente, anche dagli organi di governo.

Continua a seguire Criptomane.com per non perderti gli ultimi aggiornamenti sul mondo delle criptovalute.