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La community crypto non ha alcun dubbio: il 2023 deve essere l’anno del rilancio per le criptovalute.

Bitcoin, la prima criptovaluta al mondo per capitalizzazione di mercato, sembra ormai averlo capito. Un picco del +80% rispetto all’inizio dell’anno che fa ben sperare, soprattutto per l’indubbio effetto benefico che l’andamento positivo della prima criptovaluta al mondo esercita ancora oggi sull’intero mercato delle criptovalute.

Eppure, una volta sfondato il tetto dei 30.000 dollari, Bitcoin ha sempre faticato per tenersi stretto questo risultato.

Non c’è pace per gli investitori, già abbondantemente provati dall’infinito sequenza di casi legali impugnati dalla Securities and Exchange Commission (SEC) contro i principali player del mondo crypto.

Il caso Arkham

Nelle ultime ore, non è passato inosservato l’improvviso tonfo di Bitcoin e delle altre altcoin, sceso nuovamente intorno ai 27.000 dollari.

Sul web sono impazzate diverse teorie ma, almeno per il momento, la più quotata sembra essere quella che vede Arkham Intelligence come la responsabile del brusco calo.

La società di analisi avrebbe erroneamente pubblicato un alert sulla presunta liquidazione imminente di Mt. Gox di grandi cifre di denaro in Bitcoin.

La notizia, evidente fonte di grande preoccupazione per gli investitori, non sarebbe altro che una fake news generata da un bug di sistema occorso nelle ultime ore.

Ciò ha generato un vero e proprio effetto domino. L’alert, destinato in realtà ad un numero ristretto di utenti, ha fatto il giro del mondo dopo che DB, seguitissimo profilo che riporta notizie dal mondo crypto, ha riportato la notizia attraverso un tweet.

La notizia è stata poi smentita da diverse fonti che hanno peraltro riportato l’assenza di grandi movimenti in partenza dal digital wallet di Mt. Gox.

I motivi del crollo

Scongiurato il pericolo Mt. Gox, resta però un interrogativo. Cosa avrebbe causato l’improvviso calo delle ultime ore?

Le spiegazioni sembrano essere molteplici, da presunti movimenti di Binance e Coinbase, ai pigri rilevamenti sulle quotazioni del dollaro americano e dell’oro, molto diverse rispetto allo scorso marzo.

Insomma, del falso alert si sta cercando di parlare il meno possibile. La stessa Arkham Intelligence sottolinea come, dati alla mano, né l’alert in sé e né il successivo tweet di DB sembrano collegati al drop di Bitcoin, rinforzando l’ipotesi che siano stati fattori esterni a determinare il momentaneo periodo negativo della criptovaluta.

Allo stato attuale, Bitcoin sembra ormai essersi riavvicinato alla soglia dei 29.000 dollari.

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