tether

Tether, la società dietro la stablecoin più usata al mondo, UST, ha avuto accesso a conti bancari attraverso documenti falsificati e intermediari, secondo un nuovo rapporto.

Il Wall Street Journal ha infatti riportato che Tether avrebbe utilizzato conti bancari intestati a dirigenti di varie società, modificando leggermente i nomi di queste ultime, per mantenere il proprio accesso al sistema finanziario globale nel 2018.
Il rapporto ha indicato Crypto Capital Corp., una “banca ombra” che deteneva i fondi di Tether prima di essere chiusa dalle autorità nel 2018, fra glia altri. Si sostiene, infatti, che le società sorelle Bitfinex e Tether fossero state in grado di aprire almeno nove nuovi conti bancari per società di comodo in Asia nell’ottobre 2018, sempre secondo il WSJ.

Il silenzio, poi le risposte dei dirigenti di Tether

I portavoce di Tether non hanno risposto immediatamente alle richieste di commentare quanto riportato. Paolo Ardoino, chief technology officer di Tether, ha poi twittato venerdì pomeriggio che il rapporto del WSJ conteneva una “tonnellata di disinformazione e imprecisioni”, senza fornire dettagli.

Secondo il rapporto del Journal, il co-proprietario di Tether Holdings Stephen Moore ha respinto l’uso di fatture di vendita false, affermando: “Non vorrei discutere nessuno di questi elementi in un potenziale caso di frode/riciclaggio di denaro” in un’e-mail vista dal Journal, riferendosi a un intermediario che commerciava USDT in Cina.
Il rapporto fa anche riferimento alla registrazione di una chiamata con l’ex dirigente di Tether Phil Potter pubblicata su YouTube nel 2017 da Bitfinexed.

Di seguito, le parole di Potter nella chiamata incriminata:

“Abbiamo avuto intoppi bancari in passato, ma siamo sempre stati in grado di aggirarli o di affrontarli, di aprire nuovi conti o altro. […] Ci sono stati molti trucchi da gatto e topo di cui tutti gli operatori del settore bitcoin devono avvalersi”.

Le società di crypto hanno tradizionalmente avuto difficoltà a garantire l’accesso bancario. Tether, in particolare, ha avuto diversi conti bancari negli ultimi anni e alcune banche hanno chiuso i conti dell’emittente di stablecoin.

Il rapporto del Journal arriva il giorno dopo che la banca Silvergate, fra le più favorevoli alle crypto, è stata sottoposta a un intenso scrutinio per aver annunciato di dover rivedere i dati finanziari. Oltretutto, è accusata di non voler rispettare la scadenza per la presentazione del rapporto annuale. I principali clienti hanno sospeso i loro legami con Silvergate e il prezzo delle sue azioni è crollato.

Negli ultimi mesi, le autorità di regolamentazione federali hanno avvertito le banche che i loro rapporti con le società operanti crypto potrebbero comportare dei rischi.