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Ormai è certo: gli Stati Uniti, almeno nell’ultimo periodo, non sono un paese per chi opera con le criptovalute.

A testimoniarlo non sono soltanto gli innumerevoli casi legali intentati dalla Securities and Exchange Commission (SEC) ai danni di numerose compagnie del settore crypto, tra cui spiccano nomi d’eccezione come Binance e Coinbase.

Lo dice soprattutto l’operato del governo in carica, con Joe Biden che ha più volte sottolineato l’importanza di fare non fare sconti alle aziende del settore blockchain.

L’ultima proposta prevede una tassazione aggiuntiva al mining di Bitcoin, l’attività di estrazione e validazione dei blocchi alla base del mercato crypto.
Vediamo nel dettaglio di cosa tratta la proposta di legge.

La tassa sul mining di Bitcoin

La proposta di legge avanzata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden prende il nome di Digital Assets Mining Energy (DAME).

L’iniziale proposta prevedeva un’imposta salatissima, pari al 10% del costo in elettricità utilizzato per l’attività di mining. La legge sarebbe dovuta entrare in vigore a partire dal 2024, per poi salire fino al 30% entro il 2026. Un esborso decisamente oneroso che, fin dal principio, ha suscitato asprissime critiche, non solo da parte dei miners.

In tanti hanno puntato il dito direttamente contro il rischio di veder moltiplicate le emissioni legate all’attività di mining. Con le tasse alle stelle, unite ad un prezzo già parecchio alto, un’esportazione di massa dell’attività di mining verso paesi con una tassazione più favorevole è più che plausibile e, per alcuni, sarebbe già iniziata.

L’ennesima manovra di un governo che, a conti fatti, non sembra avere in mente altro percorso per le criptovalute che non sia quello di rendere la vita degli operatori gradualmente più difficile.

Biden: guerra fredda con le crypto

Nonostante la ferrea volontà di combattere gli asset digitali, il DAME non figura all’interno della documentazione che il presidente Biden ha presentato in occasione del piano per ottenere l’innalzamento del tetto del debito, fondamentale per la stabilità dell’economia americana e non solo.

Ad oggi, quindi, si può parlare di tregua. Tuttavia, in molti sono convinti che tale dimenticanza non sia che un momentaneo raffreddamento delle ostilità più che un vero e proprio passo indietro.

A sentire i repubblicani, come la senatrice Cynthia Lummis, la quale ha parlato della nuova tassa in occasione di una conferenza su Bitcoin a Miami, una tale legge vedrà difficilmente la luce. O almeno, è questo che sperano gli esponenti della community crypto americana e, probabilmente, mondiale.

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