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Ormai non è neanche più in discussione: dall’amministrazione Biden, gli Stati Uniti ne usciranno come uno dei paesi che, negli ultimi anni, hanno fatto registrato il maggior cambio d’opinione nei confronti del mondo blockchain.

Pur non essendosi mai imposti come centro mondiale delle criptovalute, gli USA sembrano ormai più che avviati verso un percorso che li allontana da questo obiettivo.

Le ultime manovre di governo e istituzioni federali puntano infatti alla direzione opposta, quella che punta a diventare un fiero antagonista dello sviluppo Web3. A dimostrarlo, oltre alle cause legali, anche le proposte di legge.

Nel frattempo, aziende e capitali hanno già iniziato a spostarsi verso lidi più favorevoli alla tecnologia blockchain. In particolare, l’Asia sembra essere, ad oggi, il continente con maggiore attrattività per questo tipo di risorse.

L’analisi di Glassnode

Oltre alla mera impressione circa la chiusura che le istituzioni americane stanno esprimendo nei confronti delle criptovalute, ci sono anche dati alla mano che confermano tale visione.

L’indagine è stata condotta da Glassnode e mette in luce il patrimonio in Bitcoin detenuto da diverse nazioni in tutto il mondo. Secondo i dati raccolti, rispetto allo scorso anno, il valore in Bitcoin detenuto dai soggetti americani sono calati dell’11%. Nello stesso periodo di riferimento, il valore di Bitcoin detenuto da soggetti asiatici è aumentato di quasi il 10%, segnando quello che è, a conti fatti, un vero e proprio passaggio di consegne ormai più che consolidato.

Una tendenza che rispecchia il nuovo clima di fortissima chiusura degli Stati Uniti sul piano istituzionale e legale, in controtendenza con l’apertura mostrata da varie località asiatiche come Giappone e Hong Kong.

Il declino degli Stati Uniti

Dall’esplosione del fenomeno crypto nell’ormai lontano 2021,la posizione di dominio degli Stati Uniti in ambito blockchain è andata via via sempre peggiorando.

In tal senso, il 2022 è stato il vero e proprio anno di svolta, con un calo di popolarità importante, anche dovuto alla disastrosa sequenza di fallimenti occorsa nello stesso periodo e che ha interessato il settore blockchain.

A dimostrarlo c’è infine la serie di cause legali intentate dalla Securities and Exchange Commission (SEC) ai danni dei più importanti player del settore. Primi fra tutti Binance e Coinbase, colossi della finanza digitale recentemente denunciati dall’ente federale preposto alla sorveglianza in materia finanziaria. Il colpo di grazia per un mercato in caduta libera e sempre più lontano dai piani di Washington.

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