computer quantistici

Bitcoin (BTC), in futuro, potrebbe essere a rischio attacco hacker. In un report dell’Indipendent, vengono messi in luce alcuni dei pericoli che il mondo delle crypto potrebbe sperimentare. Per alcuni aspetti, potrebbe essere inevitabile il giorno in cui Bitcoin diventi vulnerabile a degli attacchi. In ogni caso, questo giorno sembra ancora lontano. I dev al lavoro sulla regina delle crypto hanno tutti gli strumenti per impedire questa catastrofe.

La futura, probabile minaccia, in particolare, arriverebbe dai computer quantistici e dalla loro potenza di calcolo, esponenzialmente superiore a quella degli attuali pc. Questa nuova generazione di computer è ancora in fase sperimentale e non fruibile da utenti privati. Oltretutto, la potenza di calcolo raggiunta da questi ultimi è ancora ampiamente insufficiente per mettere a rischio gli algoritmi che proteggono Bitcoin.

I computer quantistici sono davvero una minaccia per le crypto?

Mark Webber, fisico quantistico presso l’Univerità del Sussex, ha potuto dire la sua per il The Indipendent. Secondo lui I supercomputer in via di sviluppo, che perora hanno solo trovato applicazione in ambito scientifico, potrebbero infatti raggiungere capacità di calcolo tali da compromettere la sicurezza delle crypto.

Per adesso, comunque, la regina delle crypto e il suo reame sono al sicuro. Ciò che differenzia i normali computer da quelli quantistici, è la portata dei dati processabili. In particolare, se alla radice delle cpu attuali c’è il bit, i supercomputer sono in grado di processare qubit. Ciò comporta che i qubit “portano” con sé una quantità di dati enormemente maggiore della loro controparte più comune.

Secondo i ricercatori, per fare breccia nell’algoritmo di Bitcoin sarebbero necessari chip da 13 milioni di qubits.

Attualmente, il chip quantistico più potente è da 127 qubits, prodotto dalla IBM. Di conseguenza, possiamo dire che siamo ancora lontani dalle cifre necessarie per rendere Bitcoin vulnerabile.

In futuro, però, si potranno avere supercomputer anche da 300 milioni di qubit. Di conseguenza, suggerisce Webber, è probabile che Bitcoin, prima o poi, dovrà eseguire un hard fork che ne aggiorni la sicurezza a tal punto da rendersi invulnerabile all’avanzare della tecnologia quantistica. 

Immagine di copertina: Quoteinspector.com