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USD Coin: le conseguenze del de-peg

Nelle ultime ore si è consumata quella che è una vera e propria tragedia che potrebbe, con ogni probabilità, portare con sé delle conseguenze di primaria importanza.

La Silicon Valley Bank ha annunciato la bancarotta, segnando così il tonfo più eclatante dalla crisi del 2008.

Il fallimento della banca, considerata l’ente principale per tantissime startup americane, rischia di generare conseguenze anche nel mondo delle criptovalute.

Il de-pegging di USDC è ormai storia, con l’allarme che, stando ai dati attuali, sembra ormai parzialmente superato. Tuttavia, il momentaneo sbandamento non è passato inosservato nell’ecosistema crypto. L’ennesimo scossone al mercato delle stablecoin rischia di generare un vero e proprio effetto domino, andando a colpire diversi progetti e causando perdite per miliardi di dollari.

Emergenza SVB

In seguito alla rivelazione di Circle circa ben 3,3 miliardi di dollari vincolati presso l’ormai trapassata Silicon Valley Bank, era pressoché inutile aspettarsi qualcosa di diverso dalle conseguenze ormai note.

Il sell-off selvaggio scatenato dalla notizia ha così causato perdite di difficile quantificazione, seguite dal tanto temuto de-pegging dal dollaro americano.

A ciò ha fatto seguito la decisione, quasi obbligata, di sospendere tutte le operazioni relative a USDC da parte dei principali exchange di criptovalute, come Binance, Coinbase e Crypto.com.

La momentanea difficoltà di uno dei giganti del settore stablecoin ha da subito generato difficoltà presso altri progetti dello stesso tipo.

Il crollo

Come detto, le difficoltà della seconda stablecoin sul mercato ha provocato una serie di de-pegging che hanno interessato diverse valute digitali sul mercato.

Varie le vittime illustri. Da GUSD a DAI, per citarne un paio con una capitalizzazione di mercato di tutto rispetto. A seguire, FRAX, USDP, e USDD non sono riuscite a evitare, allo stesso tempo, il medesimo destino riservato a USD Coin.

Tuttavia, non tutto pare perduto. La stessa Circle ci ha tenuto a placare gli animi, rispondendo ai tanti commenti su Twitter che, alla ripresa delle normali operazioni bancarie negli Stati Uniti questo lunedì, la situazione di emergenza rientrerà. La società ha assicurato il tasso di scambio 1 a 1 con il dollaro americano, promettendo di fatto che l’attuale situazione sia nient’altro che una fase passeggera.

Le riserve di liquidità di Circle custodite presso la Silicon Valley Bank sarebbero solo una piccola parte delle riserve totali dell’azienda utilizzate come garanzia per l’ancoraggio di USDC al dollaro americano. Una somma che, spiega la stessa Circle, non mette in pericolo il valore della stablecoin.

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Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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