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Telegram vuole fondare un proprio exchange di criptovalute

Telegram, famosissima app di messaggistica istantanea creata dall’imprenditore russo Pavel Durov, ha recentemente meravigliato il mondo crypto e non solo con una serie di annunci mozzafiato.

Il fondatore di Telegram ha infatti svelato i piani sul futuro della società.

In particolare, Durov ha intenzione di lanciarsi appieno nel mondo blockchain, allargando il bacino d’utenza della stessa Telegram con la creazione di un wallet non custodiale e, addirittura, un nuovo exchange di criptovalute.

La svolta di Telegram

Parlando ai lettori dal proprio canale personale su Telegram, Durov ha sottolineato l’importanza di colmare il gap lasciato da FTX nel mercato delle criptovalute. L’imprenditore russo ha avuto premura di specificare come questa mancanza non sia riscontrabile nella sola presenza di un exchange di criptovalute dal grande bacino di utenza, ma anche e soprattutto nel clima di sfiducia generale che il crollo della creatura di Sam bankman-Fried ha contribuito ad alimentare.

A tal proposito, Pavel Durov ha scritto:

“Il prossimo passo di Telegram è quello di costruire una serie di strumenti decentralizzati, tra cui wallet non custodiali ed exchange decentralizzati per milioni di persone per il commercio e la conservazione di criptovalute in modo sicuro. In questo modo possiamo risolvere i torti causati dall’eccessiva centralizzazione, che ha deluso centinaia di migliaia di crypto users”.

L’accento è posto chiaramente sul concetto di decentralizzazione. Secondo Durov, i recenti sviluppi in ambito blockchain si sono via via allontanati dall’iniziale impronta fortemente decentralizzata. Per l’imprenditore russo, tale via non può non essere promossa e valorizzata in ogni progetto a base blockchain che si definisca tale.

Le radici della blockchain

Pavel Durov ci ha tenuto a specificare che non è rimasto affatto sorpreso della caduta di FTX, evento che sarebbe il prodotto naturale della grande concentrazione di potere in poche e inaffidabili mani.

Secondo l’imprenditore russo:

“La soluzione è chiara: i progetti su base blockchain dovrebbero tornare alle loro radici, ossia la decentralizzazione. Gli utenti dovrebbero passare a transazioni affidabili e portafogli self-hosted che non si basano su terze parti”.

Durov non le ha certo mandate a dire. I progetti a trazione crypto, vecchi e nuovi, devono necessariamente puntare alle masse sia in termini di sicurezza che di semplicità di utilizzo.

A tal proposito, l’imprenditore ha bacchettato Ethereum, bollando il progetto di Vitalik Buterin come “obsoleto” ed eccesivamente costoso per essere fruito liberamente da chiunque.

Un attacco deciso ma che, senza dubbio, proviene da uno dei maestri moderni in termini di user experience ed ergonomicità.

Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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