Myanmar

In Myanmar, la situazione è attualmente molto difficile. Dopo il colpo di stato del 1° febbraio 2021 capeggiato dal comandante delle forze armate Min Aung Hlaing, le condizioni del paese asiatico sono crollate in uno stato critico. Economicamente, le stime riportano una perdite del 20% rispetto all’anno precedente. In aggiunta alle perdite ingenti e alle condizioni sociali e infrastrutturali critiche, le stime di crescita per il 2021 si attestano solamente all’1%.

Tether, già da dicembre, era diventato valuta ufficiale dei gruppi anti-dittatoriali. La giunta militare al potere del paese, per questo, ha proposto un veto sulle crypto come un modo per combattere il fenomeno. I pagamenti criptati sono difficili da tracciare, però, quindi il divieto è stato meno efficace di quanto avrebbe voluto essere.

Di conseguenza, il governo militare starebbe prevedendo di istituire una valuta digitale per sostenere i pagamenti locali e sollevare l’economia del paese. Le intenzioni del regime, però, nascondono delle zone d’ombra preoccupanti.

Myanmar, un paese in difficoltà

La giunta di Myanmar è salita al potere all’inizio dell’anno scorso in seguito a un colpo di stato guidato da generali militari e altri funzionari. Aung San Suu Kyi, consigliere di stato del Myanmar e leader de facto, è stata imprigionata dal gruppo militante, provocando manifestazioni diffuse e una violenta repressione militare che ha causato la morte di più di 1.500 civili.

Il governo di unità in esilio del leader spodestato Suu Kyi ha di conseguenza abbracciato le stablecoin. A partire da dicembre, l’USDT è stato ufficialmente riconosciuto come valuta del paese. Naturalmente, il motivo di questa scelta era soprattutto politico. Il segnale che si è voluto mandare è che il governo legittimo a capo del paese è capace di prendere posizioni forti, seppur in esilio. Inoltre, in questi modo si è potuto rendere più semplice raccogliere denaro fondamentale alla causa.

Di conseguenza, se l’idea di una moneta nazionale digitale, in Myanmar, può sembrare un’idea interessante, si rivelerebbe in realtà essere uno strumento in mano al regime. Uno dei problemi che la giunta militare riuscirebbe a risolvere, qualora la moneta nazionale venisse digitalizzata, sarebbe quello di poter tracciare più facilmente ogni spostamento di denaro. In questo modo, sarebbe più difficile per i cittadini difendersi dalle storture imposte dal regime.

Immagine di copertina: Htin Linn Aye, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons.