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Lo smart working è stato finora uno dei cambiamenti più radicali nel mondo del lavoro, in piena crisi coronavirus. Insieme al perseverare della pandemia, però, abbiamo potuto osservare un boom mai visto del mercato delle crypto. Unendo i dati sullo smart working e sull’acquisto di criptovalute, però, si rivela un problema che molti governi stanno già attenzionando. Ad essere aumentati, nel 2021, infatti, sono gli attacchi hacker definiti ransomware. I dati suggeriscono che questo tipo di attacchi sono al loro massimo storico. Infatti, la frequenza di questi incidenti è aumentata fino al 45%. A tal proposito, in molti sono convinti che quest’aumento sia strettamente collegato alla crescita fulminea del settore crypto.

Si tratta di una ghiotta occasione per giustificare una regolarizzazione di questo mercato. Una notizia che tanti aspettano e che tanti altri temono altrettanto.

L’attuale momento positivo del settore crypto ha già avuto un notevole boost dalle notizie provenienti dagli US. Adesso, il legame tra crypto e ransomware potrebbe portare ad alcune novità interessanti.

Perché gli hacker ci stanno spingendo verso la regolarizzazione delle crypto

Negli Stati Uniti, continua a diffondersi l’adozione delle digital currencies. Quindi, sembra che i legislatori stiano cercando di capire meglio come rendere questo mercato il più possibile trasparente e sicuro. Fra tutte le misure già proposte al riguardo, ne spicca un in particolare. Il Ransom Disclosure Act, infatti, promette modifiche importanti. Questo act è stato proposto dalla senatrice Elizabeth Warren e dal rappresentante Deborah Ross il 5 ottobre. In particolare, richiederebbe alle vittime di attacchi ransomware di rivelare al Department of Homeland Security (Dipartimento di Sicurezza Nazionale) informazioni su qualsiasi forma di pagamento di riscatto effettuato.

L’obiettivo di questa misura, principalmente, sarebbe nell’ambito della protezione degli investitori. In particolare, si raccoglierebbero dati critici sui pagamenti fiat e crypto. Questi, sarebbero eventualmente utilizzati dalle agenzie di regolamentazione pertinenti per proteggere gli investitori dai crimini informatici. Oltretutto, anche per frenare ulteriormente qualsiasi attività finanziaria illecita nel territorio statunitense.

Questo disegno di legge cerca anche di indagare il ruolo diretto delle crypto negli attacchi hacker. Quest’ultimo, uno sforzo che sarà guidato sempre dal Dipartimento di Sicurezza Nazionale.

Sempre sulla stessa linea, di recente il viceprocuratore generale Lisa Monaco ha rivelato una nuova iniziativa del Dipartimento di Giustizia. Questi, ha lanciato una task force soprannominata National Cryptocurrency Enforcement Team. Il suo obiettivo, estirpare tutti i progetti che possano consentire ai criminali di riciclare i proventi delle crypto.

Il rapporto fra centralizzazione e decentralizzazione sembra diventare sempre più instabile. La protezione dei propri investimenti sembra essere una tematica sempre più calda. Potremmo definire il mercato crypto come un vero e proprio far west digitale. Adesso, stiamo vivendo una rinnovata corsa alla cybersicurezza. Potrebbe questo giustificare le misure di controllo su questo settore?