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Furti di criptovalute: perché è importante parlarne

Da qualche settimana, si legge sempre più spesso di news e approfondimenti sul fenomeno crypto heist, ossia i furti di criptovalute da parte di truffatori e hacker.

Il perché è presto detto: stando ai dati, nel 2022 si sono registrati numeri da record per quanto riguarda il valore delle criptovalute sottratte indebitamente. Un’ulteriore fonte di preoccupazione per gli utenti crypto, nel pieno del periodo peggiore per le valute digitali da diversi anni a questa parte.

Un fenomeno in crescita

I numeri parlano chiaro. Il 2022 è stato un anno di grandi perdite, ma non solo sul mercato.

Il triste dato riguarda il numero di attacchi informatici che hanno portato al furto di criptovalute per svariati miliardi di dollari. I mesi più prolifici marzo e ottobre, con più di 1,4 miliardi di dollari di valore complessivo sottratto indebitamente, per un totale di attacchi che supera le 50 unità. Ma se si considera tutto il 2022, il danno arriva a toccare i 3,8 miliardi di dollari. Un durissimo colpo all’ecosistema crypto e che segna così un record difficilmente raggiungibile, o almeno si spera.

Un dato interessante mostra il vero tallone d’Achille della tecnologia blockchain. L’82% dei furti riguarderebbe protocolli di finanza decentralizzata (DeFi). Un pericoloso precedente che mette in luce la debolezza della maggior parte dei modelli alla base delle transazioni che avvengono su questo tipo di piattaforme e che ha causato, soltanto nell’anno passato, una perdita di poco più di 3 miliardi di dollari.

Le rapine che hanno fatto la storia

Nonostante il fenomeno non sia che in crescita al giorno d’oggi, ci sono state rapine che difficilmente usciranno dalla mente dei tanti utenti crypto.

In cima alla lista non si può non posizionare il colpo subito da Mt. Gox, exchange di criptovalute che, tra il 2011 e il 2014, venne derubato di una cifra vicina agli 850.000 dollari sottoforma di Bitcoin. All’epoca, la maggior parte della colpa venne fatta ricadere sul difetto di malleabilità della transazione insita in Bitcoin.

Altro caso eclatante ebbe come protagonista Linode, società di web hosting violata per la prima volta nel 2011. I numeri completi del colpo sono tutt’ora sconosciuti ma, stanto alle rilevazioni, si parlerebbe di non meno di 46.000 dollari di valore tra i vari clienti.

Seppur lontani nel tempo e nonostante i grandissimi cambiamenti occorsi da quel periodo ad oggi, la situazione sembra ormai esasperata e, a conti fatti, il mondo crypto non può più permetterselo.

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Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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