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Crollo delle stablecoins: è l’effetto FTX?

Da diversi mesi ormai, il mondo blockchain si trova coinvolto in quello che molti hanno già ribattezzato “Crypto Winter”, l’inverno delle criptovalute.

Crolli sul mercato e una preoccupante serie di fallimenti hanno scosso l’ecosistema blockchain mondiale, con gravissime ripercussioni sui tanti investitori.

Anche le stablecoins, da sempre considerate l’alternativa meno volatile e più sicura rispetto alle tradizionali criptovalute, sembrano aver incassato un duro colpo in termini di credibilità e utilizzo. Dopo i tonfi di Terra (LUNA) e di FTX, infatti, moltissimi utenti sembrano ormai aver perso fiducia anche nei confronti degli asset digitali ritenuti più sicuri.

Il crollo delle stablecoins

Secondo i dati, la capitalizzazione di mercato delle principali stablecoins ancorate al dollaro americano è diminuita significativamente nelle ultime due settimane. L’evento scatenante, con tutta probabilità, pare essere proprio l’implosione di FTX, fino a poche settimane fa uno dei maggiori exchange di criptovalute sul mercato.

Sarebbe proprio in seguito a tale notizia che moltissimi investitori avrebbero deciso di convertire le proprie stablecoins in valuta fiat temendo un possibile effetto valanga. Un timore che sottolinea il periodo nero per la fiducia nei confronti di criptovalute e altri asset digitali.

Secondo CoinMarketCap, l’offerta di Tether (USDT) è scesa da oltre 67 miliardi di dollari nelle ultime due settimane a 65 miliardi. Ciò significa che gli investitori hanno convertito circa 2 miliardi di USDT nell’ultimo periodo, probabilmente proprio a partire dall’implosione di FTX.

I dubbi degli investitori circa USDT non sono certo una novità. Non troppe settimane fa, la community di Tether aveva esternato dubbi circa le riserve di liquidità della stessa organizzazione, con l’ovvia paura di un possibile depegging.

Una fuga annunciata

Dopo l’incidente di Terra Luna, Tether aveva registrato il medesimo dato negativo, con circa 10 miliardi di dollari volatilizzati in poche settimane a causa del grande clima di sfiducia. Ad oggi, seppur con numeri apparentemente più contenuti, è difficile pensare che una tale tendenza non sia simile a quella già occorsa in passato proprio a causa della sfiducia degli investitori.

Tuttavia, non tutte le stablecoins sembrano passarsela troppo male.

Ad esempio, USD Coin (USDC) ha registrato notevoli numeri in ingresso che fanno ben sperare per il progetto di Circle.

Segnali positivi, in parte certamente dovuti al fisiologico tasso di conversione da USDT a USDC da parte degli ex investitori di Tether.

Ancora una volta dunque, gli asset digitali sono chiamati a dare risposte ai propri utenti. Risposte chiare, in termini di affidabilità e sicurezza, per rimettere in piedi una barca che naviga da ormai troppi mesi in acque torbide.

Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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