Canada

Le proteste in Canada per l’eliminazione delle restrizioni legate al covid hanno portato il paese nordamericano in una grave fase di crisi. la messa in atto dell’Emergency Act potrebbe cambiare le carte in tavola, per i manifestanti.

Socialmente e politicamente, quanto avvenuto finora ha messo il governo di Justin Trudeau in uno stato d’emergenza senza precedenti. Da un punto di vista economico, invece, al di là delle rivendicazioni dei manifestanti, l’esecutivo si sta trovando a dover fronteggiare fiumi di donazioni che starebbero favorendo l’azione dei truckers e dei loro sostenitori.

I manifestanti, infatti, dopo essersi visti chiudere i rubinetti delle donazioni provenienti da fonti considerabili pienamente legittime, hanno virato sulle crypto e sulla loro difficile rintracciabilità. In questo modo, chiunque abbia voluto contribuire alla causa, ha potuto fornire il proprio apporto attraverso una modalità che finora difficilmente si era potuta osservare su scala simile.

Trudeau, per poter portare a compimento le proprie intenzioni, starebbe pensando di impugnare l’Emergency Act, che non era mai stato messo in atto dalla sua istituzione, nel 1988.

L’Emergency Act potrebbe cambiare le sorti delle manifestazioni

L’Emergency Act, per Trudeau, avrebbe la funzione di fermare ogni flusso di denaro destinato agli atti protesta illeggittimi finora portati avanti. Il 14 febbraio, il primo ministro del Canada si era espresso così alla stampa:

“Tutto questo è per proteggere i cittadini canadesi, il loro lavoro e per ripristinare la fiducia nelle istituzioni.”

La legge prevederebbe anche, in situazioni emergenziali come questa, l’intervento dell’esercito. Trudeau, dal canto suo, ha prontamente specificato che l’unico obiettivo della messa in atto di questa legge non ha contorni repressivi. L’unico intento sarebbe a detta sua quello di fermare i flussi illeggittimi di denaro verso i protestanti.

Il rischio che ne deriverebbe, secondo esperti, riguarderebbe il modo in cui l’applicazione di questa legge potrebbe compromettere i diritti dei cittadini e delle attività commerciali in ambito di possesso di crypto.

In ogni caso, l’applicazione dell’Emergency Act permetterebbe alle banche di bloccare i conti bancari sospetti se intimati da un tribunale.

Il ruolo delle piattaforme di crowdfunding nelle proteste in Canada

L’applicazione della legge avrebbe conseguenze anche le principali piattaforme di crowdfunding. Il blocco di piattaforme di fundraising crypto arriverebbe dopo un episodio che aveva creato scalpore in Canada. GoFundMe, una delle principali piattaforme di questo tipo, aveva pochi giorni fa bloccato una campagna di finanziamento da 9 milioni di dollari a sostegno delle proteste. Similmente, ma in ambito crypto, Tallycoin ha chiuso una campagna che era riuscita a raccogliere 21 Bitcoin (BTC). L’ammontare delle cifre raccolte si assestava quindi sul milione di dollari.

La differenza fra le due campagne consiste nella decentralizzazione. Questo lo si può inserire fra i motivi per i quali il governo canadese stia tentando di bloccare sul nascere il fenomeno. In particolare, GoFundMe è una piattaforma che raccoglie fondi in maniera convenzionale e pienamente tracciabile. In questo modo è più semplice gestire i fondi che arrivano direttamente alla piattaforma, che solo alla fine della raccolta vengono riversati nelle casse dei destinatari della campagna. Questo ha permesso a GoFundMe di poter bloccare la campagna e non permettere che i protestanti potessero accedere ai fondi. Tallycoin, invece, non ha alcuna autorità sui fondi raccolti, poiché le donazioni arrivano direttamente ai destinatari. Ciò avviene per la natura decentralizzata di Bitcoin, che non è in mano ad un singolo ente. La sua circolazione, quindi, non può essere manipolata come nel caso delle valute convenzionali.

Immagine di copertina: Ottawagraphics, pixabay.com