Secondo quanto riportato dalla Clark Moody Bitcoin Dashboard, oltre il 90% della riserva totale di Bitcoin sarebbe già stato minato. Mentre la richiesta di criptovalute incrementa giorno dopo giorno a causa della loro sempre maggiore diffusione, la disponibilità di Bitcoin sembra iniziare a scarseggiare, e ciò potrebbe avere un impatto significativo sul mercato.

Bitcoin può vantare una riserva di 21 milioni di unità, distribuita su migliaia di nodi in tutto il mondo. Una delle qualità che rendono Bitcoin tanto speciale e di valore è il fatto che il suo protocollo è già stato scritto per intero e non può essere cambiato: ciò lo rende affidabile e prevedibile, a differenza di molte altre criptovalute, il cui protocollo e la cui riserva possono essere modificati in virtù della decisione di una stretta cerchia di persone. Al contrario, nessuno può modificare Bitcoin in alcun modo: il suo protocollo è autonomo ed indipendente dal controllo di qualsiasi individuo, persino da quello del suo creatore.

“E’ ancora presto”

La frase “è ancora presto” (“we are still early“) è stata ripetuta così tante volte da diventare un meme, e tuttavia può essere considerata vera: solo una piccola frazione della popolazione conosce Bitcoin e il suo potenziale di restituire potere monetario ai comuni cittadini.

Il Bitcoin, infatti, può avere una serie di funzioni diverse, il che lo rende una moneta di grande valore per un gran numero di persone. Ad esempio, può funzionare come riserva di valore per i cittadini statunitensi o inglesi durante i periodi di forte inflazione; ancora, il Bitcoin può costituire l’unico strumento per restituire libertà finanziaria a coloro che vivono in territori di guerra o sotto dominio totalitario, come Palestina o Cuba. Tuttavia, molto spesso queste applicazioni della moneta rimangono ancora soltanto in potenza, poiché la sua diffusione è ancora piuttosto limitata, in realtà.

Lo shock di offerta è alle porte?

Ora che oltre il 90% della riserva di Bitcoin è già stato minato, la sua scarsità inizia ad apparire evidente. Sebbene l’emissione di nuove unità di Bitcoin non corrisponda necessariamente alla liquidità, in quanto quest’ultima è data anche dallo scambio di blocchi esistenti, la verità è che l’ammontare di Bitcoin già in circolo è, in gran parte, in possesso di entità che non sembrano avere alcuna intenzione di vendere. Un report risalente a Dicembre 2020, effettuato da parte della compagnia di analisi dati Glassnode, riporta: “al momento, 14.5 milioni di BTC (corrispondenti al 78% della riserva in circolazione) sono detenuti da entità che non forniscono alcuna liquidità“, in altre parole, entità che non vendono.

Quando persone e istituzioni si renderanno conto di quanto sia scarsa l’offerta di BTC, probabilmente inizierà una nuova FOMO, con conseguente supply shock, ed innalzamento drastico dei prezzi.

Per chi intendesse acquistare Bitcoin prima di quel momento, può farlo attraverso piattaforme di exchange online.