Bitcoin

Bitcoin, spesso criticata per l’elevato consumo energetico dei miner che la “producono” e permettono le transazioni, è ora sotto esame per le quantità eccessive di acqua utilizzata per raffreddare i sistemi di mining di BTC. A quanto pare, ogni transazione sulla rete richiede circa 16.000 litri di acqua. Lo studio, pubblicato il 29 novembre da una delle voci più critiche dell’universo Bitcoin, Alex De Vries, evidenzia l’espansione dell’impronta idrica di questa crypto, che si aggiunge alle preoccupazioni ambientali già esistenti.

Nel 2021, il consumo di acqua legato a Bitcoin è aumentato del 166%, raggiungendo 1.573,7 gigalitri, rispetto ai 591,2 gigalitri dell’anno precedente. Questo aumento è attribuito alla crescita dell’adozione e delle attività di mining durante una fase di mercato rialzista.

Le soluzioni di De Vries per i problemi di Bitcoin

Per risolvere questo problema, De Vries suggerisce un’inversione di tendenza attraverso il raffreddamento a immersione e il passaggio a fonti d’acqua che non richiedano fonti di acqua dolce, oltre a una potenziale modifica del software della rete.

Quest’ultimo passo sarebbero anche in linea con le strategie applicate dal principale competitor di BTC nello spazio crypto, Ethereum, che nel 2021 ha cambiato una parte strutturale del suo sistema. Nello specifico, Ethereum è passato dall’essere una criptovaluta Proof of Work, come Bitcoin, a Proof of Stake, eliminando la fase di “estrazione” della coin e semplificando il processo legato alle transazioni.

Questa rivelazione arriva in un momento in cui i miner di Bitcoin stanno già affrontando le sfide delle autorità di regolamentazione per quanto riguarda l’elevato utilizzo di energia. Paesi come la Cina e il Kazakistan hanno imposto restrizioni alle attività di mining di asset digitali a causa di preoccupazioni climatiche e la Casa Bianca ha tentato di introdurre una tassa del 30% sul mining di criptovalute.

L’impatto dello studio sul settore è oggetto di dibattito tra gli analisti. Alcuni ritengono che potrebbe portare a una regolamentazione più severa dell’attività di mining, mentre altri la considerano una critica ingiusta, citando il passato di De Vries come eccessivamente critico nei confronti di Bitcoin.

Con la ripresa del prezzo del Bitcoin e l’aumento delle attività di mining, si prevede che il consumo di acqua della criptovaluta regina del mercato aumenterà ulteriormente nel 2023. L’industria si trova ora di fronte a una decisione cruciale tra affrontare i problemi ambientali e sostenere la crescita dell’intero settore.