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Starbucks: la nuova piattaforma loyalty basata sugli NFT

La vita degli NFT, o non fungible token, è nota per aver attraversato momenti di incredibile splendore alternati a periodi, come quello attuale, in cui la tecnologia sembra lontana dai suoi scopi iniziali.

Venuta alla ribalta come mezzo per promuovere e vendere arte digitale, gli NFT hanno fatto registrare valutazioni da capogiro, con transazioni da decine di migliaia di dollari.

Fin dall’inizio del 2022, se il mondo crypto non naviga certo in buone acque rispetto all’anno passato, la situazione per gli NFT è, forse, anche più critica.

Tra progetti disattesi e crolli di valore, lo strumento galleggia a fatica tra la sopravvivenza e il ricordo. Una cosa è certa: il loro utilizzo va ripensato per trasformare gli NFT in qualcosa di rivoluzionario e al servizio di tutti. Alcuni, come vedremo, lo stanno già facendo.

Rivoluzione Starbucks

Starbucks, colosso americano dall’inconfondibile logo verde, è la più grande catena di caffè al mondo con quasi 30.000 punti vendita.

Da sempre focalizzato non soltanto sulla vendita dei propri servizi ma anche sulla componente esperienziale offerta al cliente, Starbucks ha recentemente annunciato di voler muovere i primi passi nel variegato mondo del web3.

L’obiettivo è quello di espandere il già operativo programma loyalty Starbucks Rewards, implementandolo all’interno di una piattaforma NFT dedicata, Starbucks Odyssey.

Attraverso la piattaforma, i clienti di Starbucks potranno guadagnare e acquistare asset digitali che daranno loro diritto a premi speciali, potenziando notevolmente il coinvolgimento dei clienti.

La strategia

Per lo sviluppo del progetto, Starbucks si è affidata a Adam Brotman, lo sviluppatore del suo sistema Mobile Order & Pay, in veste di consulente. Brotman è il co-fondatore di Forum3, una startup di fidelizzazione riguardo il mondo web3.

Starbucks stava già studiando la tecnologia blockchain da almeno un paio di anni. Il direttore dell’area marketing Brady Brewer ha specificato come Starbucks volesse da tempo investire in questo settore. Ma non con un semplice esperimento.

Piuttosto, l’azienda ha voluto trovare un senso all’utilizzo della nuova tecnologia, trovando nell’espansione del relativo programma loyalty l’occasione perfetta.

Il tutto, sempre secondo le parole di Brewer, adottando un approccio molto leggero. L’intenzione è quella di creare un’infrastruttura basata interamente sulla blockchain ma senza caricare i clienti di troppe informazioni relative ad un utilizzo approfondito della tecnologia.

Un modo per potenziare i propri sistemi nel modo più naturale possibile, senza promozioni di tipo utopistico. Secondo Brewer, questa scelta è stata presa a vantaggio esclusivo dei clienti, in particolare di quelli meno esperti nel settore tecnico.

Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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