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Russia: si vorrebbe bannare il mining, prevista “fuga di cervelli” dal paese

miner di crypto russi potrebbero essere di fronte a tempi piuttosto bui per la loro attività. In Russia, in questo momento, il governo sta ragionando sulla tassazione o su un ban simile a quello cinese delle attività di mining.

I motivi del possibile ban, al momento, sono principalmente di natura economica. In particolare, le preoccupazioni maggiori hanno a che fare con le presunte minacce che le attività di mining porrebbero sulla stabilità economica della Federazione Russa.

La Russia, attualmente, è il terzo paese al mondo per “produzione” di crypto, dopo quanto successo in Cina nel giugno del 2021. La proposta di ban arriva poche settimane dopo i disordini avvenuti in Kazakistan che stanno portando molti miners a cercare luoghi più sicuri in cui poter continuare la loro attività. Allo stesso modo, se il governo russo dovesse fare sul serio, si potrebbe vedere un fenomeno simile con i miners russi.

Russia, il ban avrebbe conseguenze su larga scala

Il rapporto presentato dal governo russo è solo l’ultimo dei passi compiuti per il giro di vite nei confronti del settore crypto mining.

Una delle prime proposte arrivate per fronteggiare l’attività dei miners è arrivata dal ministro dell’energia russo Nikolaj Shulginov. Il suo ministero ha stimato che l’incremento di energia, a causa del mining, è aumentato del 158% nell’ultimo anno nella sola regione dell’Irkutsk. Quindi, fra le preoccupazioni del governo, anche il voler limitare l’utilizzo eccessivo di risorse quali carbone e gas per la produzione di energia elettrica.

Quanto successo in Kazakistan, comunque, non ha lasciato indifferenti le autorità governative russe. Questo perché, fra le nazioni nelle quali i miner kazaki potrebbero decidere di trasferirsi in Russia. Il possibile ban, in questo caso, potrebbe funzionare da deterrente per questo particolare fenomeno migratorio.

Si potrebbe anche speculare sul tentativo russo, al momento, di irretire i miner kazaki ed evitare che trasferiscano la loro attività in Russia con la minaccia del ban. Così, anche se non dovesse essere resa effettiva alcuna misura, si potrebbe tamponare il problema Kazakistan in attesa che la situazione nel paese dell’Asia Centrale si stabilizzi.

Immagine di copertina: Pavel Kazachkov, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons.

 

Giuseppe Alizzi

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