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Litecoin: per un tribunale cinese, le crypto godono del diritto di proprietà

Che le criptovalute necessitino di un quadro normativo completo ed efficace che ne regolino ogni aspetto pratico a sostegno dei consumatori non è certamente argomento di recente introduzione.

Da mesi ormai, i principali organi istituzionali nazionali e internazionali si interrogano sulla linea da seguire per inserire criptovalute e altri asset digitali all’interno delle legislazioni tradizionali in materia di proprietà e finanza.

Bitcoin e altre valute digitali sono già riconosciute come monete in corso legale in svariate località. Eppure, molte istituzioni continuano a reputare la tecnologia alla loro base come instabile e pericolosa per gli utenti. Eppure, una regolamentazione chiara e orientata al progresso tecnologico porterebbe soltanto benefici a tutte le parti in causa.

A questo dibattito sembra ora aggiungersi, per una volta, una buona notizia proveniente dalla Cina.

Il caso

La vicenda in questione riguarda un prestito di denaro avvenuto tramite criptovalute.

Il querelante, Zhai Wenjie, avrebbe citato in giudizio una seconda persona, Ding Hao, a seguito della richiesta di restituzione di un precedente prestito concesso mediante Litecoin.

Tuttavia, Ding Hao sarebbe ricorso in appello dopo l’iniziale sentenza a favore di Zhai Wenjie, sostenendo che la legge cinese non fornisce protezione legale per il trading di criptovalute.

Il primo processo obbligò infatti la restituzione di ben 33.000 LTC. I legali di Zhai hanno subito risposto, sostenendo che poiché le criptovalute sono fondamentalmente risorse virtuali e le loro transazioni erano prestiti tra amici che non includevano investimenti o finanziamenti, dovrebbero essere protetti dalla legge sulla proprietà.

Il ricorso è stato respinto dal tribunale, che ha confermato la decisione iniziale che richiedeva a Ding di rimborsare 33.000 Litecoin a Zhai sulla base della legge sulla proprietà.

Il responso

Le criptovalute potrebbero dunque godere di particolari benefici legislativi in Cina, diversamente da come ci si potrebbe aspettare date le recenti posizioni del governo.

Come emerso dalla sentenza, la legge cinese sulla proprietà, secondo la corte superiore della Cina, la Beijing Number One Intermediate People’s Court, sarebbe in grado di coprire anche i beni digitali.

La notizia ha fatto presto il giro del mondo, destando stupore e ottimismo non soltanto nella community crypto cinese.

Lo stesso account ufficiale Twitter di Litecoin, la valuta digitale al centro della contesa, ha tenuto a ripubblicare la notizia, già rimbalzata sulle principali testate in tutto il mondo.

Tuttavia, nonostante la sentenza, le risorse crittografiche digitali sono lontane dal possedere un quadro normativo soddisfacente, tanto in Cina quanto nel resto del mondo.

Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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