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Nelle ultime settimane, le notizie circa la possibile implementazione delle criptovalute nei circuiti tradizionali e istituzionali hanno ricominciato a rimbalzare furiosamente. In particolare, nei Paesi in via di sviluppo gli asset digitali trovano già ampio utilizzo in grandi fette di popolazione, spingendo i governi a valutare attentamente la loro completa regolamentazione.

Tuttavia, il quadro non è altrettanto roseo nei confini delle superpotenze economiche. Il rapporto tra le criptovalute e la Cina, una tra le tante nazioni avvezze all’utilizzo del pugno duro quando si tratta di difesa della sovranità monetaria, è sempre sembrato piuttosto altalenante.

Tra timidi tentativi di convivenza e decise repressioni, una nuova manovra mette di nuovo con le spalle al muro gli esponenti della community crypto cinese.

Chiusi migliaia di account

Questa volta, l’attacco ha interessato principalmente social network e siti di notizie riguardo il mondo delle criptovalute.

I numeri parlano da soli. La Cyberspace Administration of China avrebbe infatti annunciato la chiusura forzata di 12.000 account social che parlavano di criptovalute. L’obiettivo dei profili, secondo l’ente cinese, era quello di promuovere servizi legati al mondo blockchain per attrarre nuovi investitori.

Non soltanto account social ma anche decine di migliaia di contenuti originali sarebbero stati rimossi dalla rete cinese a seguito della medesima operazione. Ben 51.000 articoli riguardanti criptovalute e blockchain sono stati rimossi. Inoltre, il governo avrebbe anche limitato l’accesso a 105 siti contenenti informazioni e contenuti legati ai crypto asset.

Scontro tra Cina e mondo crypto

Come detto, la scelta del governo cinese segue molto diligentemente la linea dura adottata dalle istituzioni nei confronti degli asset digitali.

L’opinione degli enti regolatori cinesi è molto chiara riguardo alle crypto, giudicate uno strumento pericoloso e i cui rischi andrebbero esposti con il massimo riguardo per gli utenti.

Tuttavia, l’ecosistema crypto continua a trovare terreno fertile in Cina e nonostante le crescenti restrizioni non sembra intenzionato a rallentare la propria corsa.

I dati relativi alle transazioni di criptovalute, tra cui Bitcoin ed Ethereum, sottolineano un ambiente dinamico e vivace con la proliferazione di exchange e servizi perfettamente in salute dal punto di vista finanziario.

Oltre agli scambi, la Cina è un territorio di primaria importanza anche per quanto riguarda il mining. Secondo le stime, il territorio cinese ospiterebbe una quantità di miners tale da posizionare il paese al secondo posto al mondo per importanza nel settore.

Numeri da capogiro che, apparentemente, non sembrano tenere conto degli innumerevoli tentativi del governo di ostacolare la crescita dell’ecosistema crypto cinese.