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Venezuela, niente più mining per indagini su corruzione e crypto

Il fornitore di energia del Venezuela ha chiuso le strutture di mining di criptovalute nell’ambito delle indagini di corruzione in corso che coinvolgono la compagnia petrolifera PDVSA e il dipartimento nazionale delle criptovalute. I rapporti indicano che le strutture di mining sono state chiuse in diverse regioni. Ad alcuni exchange di crypto, invece, è stato ordinato di cessare le operazioni. Questa mossa fa parte di un più ampio giro di vite sulle criptovalute nel Paese.

Il governo venezuelano aveva lanciato nel 2018 una criptovaluta sostenuta dallo Stato, il Petro. I recenti sviluppi, però, fanno presagire che il settore delle crypto subirà un brusco arresto in questo paese.

Nonostante il governo venezuelano abbia spinto per l’adozione del Petro, il suo utilizzo è stato criticato per aver esacerbato la crisi economica del Paese. La crypto è stata proposta come un modo per i venezuelani di evitare la svalutazione del Bolivar e gli alti tassi di inflazione. In generale, però, è stata anche criticata per aver alimentato attività illegali e contribuito all’instabilità economica del Paese.

Il governo del Venezuela tenta di fermare l’uso delle crypto per attività illegali

L’attuale indagine sulla corruzione che coinvolge il dipartimento statale delle criptovalute e la PDVSA ha complicato ulteriormente la situazione. Sono state arrestate almeno 10 persone, tra cui Joselit Ramirez Camacho, a capo del dipartimento. Ramirez è stato arrestato il 17 marzo ed è stato inserito nella lista dei ricercati negli Stati Uniti dal giugno 2020. Le autorità hanno affermato che Ramirez aveva legami con presunti boss del narcotraffico, tra cui l’ex vicepresidente Tareck El Aissami.

La chiusura delle strutture di mining e degli exchange di criptovalute è ritenuta parte degli sforzi del governo per frenare l’uso delle criptovalute per attività illegali e proteggere i cittadini del Paese dagli effetti negativi delle sanzioni economiche. Tuttavia, questa mossa solleva anche preoccupazioni circa il controllo del governo sulle attività finanziarie del Paese.

Con l’evolversi della situazione in Venezuela, resta quindi da vedere come il governo procederà con i suoi sforzi per nella regolamentazione delle crypto. Il giro di vite sulle strutture di mining e sugli echange potrebbe essere solo l’inizio di una campagna più ampia per il controllo delle attività finanziarie nel Paese. Con le indagini sulla corruzione in corso, il futuro delle crypto in Venezuela è più che mai incerto.

Giuseppe Alizzi

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