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Crypto: cosa sta accadendo in India?

Ad oggi, possiamo definitivamente considerare avviata la nuova fase di regolamentazione delle criptovalute. In tutto il mondo, i governi si stanno muovendo, seppur in direzioni spesso opposte, per cercare di inquadrare l’ormai consolidato fenomeno finanziario entro limiti più controllabili.

Dagli Stati Uniti alla Cina, dal Regno Unito alla Russia, non sempre i vari protagonisti della politica mondiale sono d’accordo su quanto stringenti dovrebbero essere le nuove misure.

Spesso, come nel caso dell’India, il parere del governo stesso può cambiare repentinamente anche nel giro di poche settimane.

Una vera e propria doccia gelata

Per i tantissimi crypto investors residenti in India, deve essere stato davvero un fulmine a ciel sereno. Parliamo ovviamente della proposta di legge di mettere al bando le criptovalute entro il prossimo 29 novembre, in occasione della riunione del parlamento indiano.

A quanto pare, la questione non è affatto nuova. Fin dal 2019 infatti si discute in India della possibilità di bandire le criptovalute private circolanti nel paese. Secondo gli esperti, questo comporterebbe un limite invalicabile a praticamente qualsiasi tipo di criptovaluta esistente, eccezion fatta per le valute digitali emesse dallo Stato.

India che dunque passa in pochi mesi dall’essere un possibile astro nascente del mondo crypto ad un vero e proprio boia che mina la stabilità del mercato. Difatti, la notizia ha comportato un calo non indifferente delle principali criptovalute nelle piattaforme exchange ancorate al suolo indiano. Uno scenario prevedibile, dovuto principalmente al violento  degli investitori indiani al diffondersi della notizia.

La speranza per gli exchange

Come prevedibile, il mercato delle criptovalute in India rischia un tracollo senza precedenti. Una vera e propria emorragia di criptovalute si è infatti già scatenata, con migliaia di investitori che hanno venduto in massa i propri titoli facendo sprofondare gli asset più diffusi sui più importanti exchange indiani.

A cercare di mettere una pezza alle parole del governo è stato Avinash Shekhar, co-CEO di Zebpay, noto exchange indiano.

“Io credo che che andremo verso una sorta di regolamentazione coerente” ha affermato Shekhar. La speranza è dunque che il governo opti per una regolamentazione più stringente piuttosto che ad un divieto totale.

Difatti, come si legge sul bollettino parlamentare, l’idea è quella di selezionare delle eccezioni libere da restrizioni, in modo tale da non bloccare il processo di sviluppo tecnologico legato al mondo delle criptovalute.

Inoltre, insieme alla proposta di vietare le criptovalute di matrice privata, verrà discusso il progetto di una moneta digitale che sia detenuta ed ancorata alla banca nazionale indiana, così da creare un asset digitale di natura pubblica.

Lorenzo Di Salvatore

Studente di Comunicazione Integrata per le imprese e le organizzazioni presso l'Università degli Studi di Udine.

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