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L’anno nero delle criptovalute continua a mietere vittime illustri, con pesantissime ripercussioni sui tantissimi appassionati e investitori del mondo crypto.

FTX, uno degli exchange di criptovalute più grandi e conosciuti al mondo, si è recentemente trovato a far fronte ad una crisi senza precedenti.

Annunciata la crisi di liquidità del gigante della finanza digitale fondato da Sam Bankman-Fried, lo stesso mercato crypto ha pesantemente incassato l’onda d’urto generata dalla notizia.

Giorni di fuoco, di annunci lapidari ma anche di numerosi colpi di scena. I maggiori operatori del mondo blockchain si preparano dunque ad una nuova bufera che rischia di scuotere il mercato per chissà quanto tempo.

Crisi FTX: interviene Binance

Qualcuno l’ha già ridefinita la “Lehman Brothers” del mondo crypto. Un accostamento che sa di profezia, non solo per il futuro di FTX ma anche per quello di tutto il mercato degli asset digitali.

Purtroppo per gli investitori, una tale evenienza sarebbe più che disastrosa. Ecco allora che Binance, molto probabilmente il più importante exchange di criptovalute al mondo, ha deciso di scendere in campo per evitare, o limitare, la catastrofe.

Lo scorso week end, Changpeng Zhao, fondatore di Binance, aveva ammesso pubblicamente l’intenzione di fare dietrofront riguardo il suo investimento in Ftt, token di FTX, pari a circa mezzo miliardo di dollari.

Qualche ora fa invece, CZ ha pubblicato un tweet epocale. Binance si adopererà per rilevare FTX, in seguito a una specifica richiesta di aiuto da parte dell’exchange in difficoltà.

“Questo pomeriggio, FTX ha chiesto il nostro aiuto. C’è una significativa crisi di liquidità. Per proteggere gli utenti, abbiamo firmato una lettera d’intenti non vincolante, con l’intenzione di acquisire completamente FTX e contribuire a coprire la stretta di liquidità. Condurremo un addebito diretto completo nei prossimi giorni.”

I motivi del crollo

In un articolo pubblicato del 2 novembre, Coindesk aveva sollevato dubbi sulla solvibilità del bilancio di Alameda research, società in passato amministrata dallo stesso Bankman-Fried.

Nel mirino della rivista online erano finiti i fondi a garanzia del debito di Alameda, costituiti prevalentemente da token (Ftt e Solana).

A seguito di ciò, la risoluzione di molti investitori, tra cui lo stesso CZ, ha portato all’inevitabile crollo. Lapidarie anche le parole del CEO di Binance che, a proposito della vicenda, scrive ancora su Twitter:

“Due grandi lezioni:

1: Non utilizzare mai un token creato come garanzia.

2: Non prendere in prestito se si esegue un business crypto. Non utilizzare il capitale “in modo efficiente”. Hanno una grande riserva.

Binance non ha mai usato BNB come garanzia, e non ne abbiamo mai corrisposto dei debiti.”