Tra le diverse accuse secondo cui il collasso della stablecoin algoritmica TerraUSD (UST) sarebbe stato provocato in maniera fraudolenta, Do Kwon e la sua compagnia si trovano ora ad affrontare nuove imputazioni, incluso il possesso di una quantità di USDT e UST sufficiente a manipolare il prezzo in maniera illecita.

A tal proposito, secondo un articolo pubblicato da CoinDesk Corea, una ricerca ha scoperto che TerraLabs possedeva una somma vicina ai 3.6 miliardi di dollari in UST e USDT che potrebbe essere stata utilizzata per manipolare il mercato o per il riciclaggio di denaro attraverso l’utilizzo di piattaforme di exchange centralizzate e decentralizzate.

Nel corso dell’indagine, CoinDesk Korea ha collaborato con la compagnia di sicurezza su blockchain Uppsala Security, usando tecniche di indagine forense on-chain allo scopo di investigare il collasso di terra dopo l’incidente del 7 maggio. Ciò che è stato scoperto è che, oltre alla possibilità che il collasso fosse stato in realtà provocato intenzionalmente, TerraLabs potrebbe aver controllato il prezzo dei token utilizzando una riserva di fondi che ammontava quasi a 3.6 miliardi di dollari.

Transazioni sospette effettuate con i fondi TerraLabs

Come spiegato nell’articolo, il CEO Do Kwon ha reso pubblici alcuni dettagli riguardo il funzionamento di Terra (LUNA), UST e Bitcoin (BTC): ad esempio, nel caso in cui UST avesse perso la corrispondenza col dollaro, la compagnia avrebbe tentato di preservarla utilizzando i fondi in suo possesso.

Tuttavia, dopo aver esaminato i dati on-chain, gli analisti hanno scoperto che le fonti e la cronologia delle transazioni sono poco chiare per quanto riguarda i wallet posseduti direttamente da Terraform Labs e Luna Foundation Guard (LFG). Nello specifico, sembra che un ammontare di token pari ad un valore di 3.6 miliardi di dollari sia stato utilizzato per la manipolazione del prezzo ed il riciclaggio di denaro attraverso l’utilizzo di exchange e di DeFi.

L’articolo descrive il processo di analisi in grande dettaglio, ed elenca anche tutti i dati on-chain che sono stati utilizzati per tracciare il flusso di transazioni di tali fondi, la cui provenienza è ignota.

In conclusione, il CEO di Uppsala Security ha anche affermato che le autorità dovrebbero “controllare i dati interni di exchange centralizzati come Binance, Coinbase, Huobi, e KuCoin”, che sono stati utilizzati per trasferire i fondi sospetti.

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