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Negli ultimi mesi, la possibilità di elevare il Bitcoin, e quindi tutto l’ecosistema crypto, a vera e propria opzione per i pagamenti di tutti i giorni è al centro di numerose schermaglie e proposte politiche di regolamentazione.

Ad oggi, il dibattito a riguardo è tutt’altro che concluso. Da una parte, le frange finanziariamente più arroccate intorno ai sistemi tradizionali fanno da muro ad una possibile implementazione degli asset digitali all’interno dei circuiti più utilizzati, fino ad una netta opposizione su tutti i fronti.

All’estremo opposto, gli investitori più esigenti chiedono a gran voce che le proprie monete digitali possano ottenere i benefici riservati ai canali di utilizzo delle valute fiat.

I dati raccolti da Premise

Sul sito di Premise, noto sito di crowdsourcing incentrato sulla raccolta di dati, è apparso qualche ora fa un report riguardo alla fiducia che la popolazione ripone in Bitcoin.

Il sondaggio, sottoposto a circa 11.000 persone in 76 paesi diversi, si poneva l’obiettivo di misurare l’effettivo gradimento della popolazione mondiale nei confronti delle criptovalute, nello specifico di Bitcoin. Inoltre, l’accento posto dalla ricerca sul confronto tra il sentimento degli intervistati riguardo agli asset digitali e quello riposto nelle varie valute locali, mostra una tendenza interessante, in netto contrasto anche con le più rosee aspettative degli appassionati.

Secondo il report, il 41% dei rispondenti ha affermato di ritenere Bitcoin più meritevole di fiducia rispetto alle valute legali presenti nei rispettivi paesi. Un dato entusiasmante, soprattutto se si pensa al fatto che, secondo il 31%, tale preferenza è dovuta al senso di sicurezza scaturita dalla natura decentralizzata della blockchain alla base del sistema.

Sicurezza e decentralizzazione sarebbero dunque le parole d’ordine a cui una sempre maggiore fetta di popolazione mondiale sembra voler puntare nel futuro, anche a costo di abbandonare le valute tradizionali a cui sono abituate.

Le motivazioni sociali della preferenza

Letti così, i dati sembrano quasi rivelare una realtà sconcertante, ossia che le valute tradizionali, nella quasi metà del pianeta, stanno ormai perdendo colpi in modo irreversibile.

In realtà, come spiegato dal CEO di Premise, Maury Blackman, le motivazioni dietro la presenza di una così ampia fetta di popolazione orientata all’adozione Bitcoin come prossima valuta legale sono da ricercarsi ancora una volta nelle mancanze all’interno dei servizi bancari tradizionali.

Si rinnova dunque il dibattito sull’effettiva carenza di comunicazione da parte delle banche e dei fondi di investimento che, allontanandosi e facendo muro ad un’importante parte della popolazione, le spinge tra le braccia degli asset digitali.

Criptovalute che quindi assorbono il reale bisogno di apertura e decentralizzazione delle persone ai margini dei servizi finanziari, le quali si sentono trascurate o addirittura emarginate dai circuiti tradizionali.