Quella tra Ripple (XRP) e la Securities and Exchange Commission (SEC) è una questione tutt’altro che chiusa.
Ed è destinata a fare storia, visto il recente pugno duro assunto dall’ente federale preposto alla supervisione finanziaria negli Stati Uniti.
Recentemente, Ripple ha potuto raccogliere una parziale vittoria in tribunale ma, come detto, potrebbe essere ancora presto per cantare vittoria.
Interviene così il legale di Ripple. La domanda, come negli ultimi mesi, è sempre la stessa: è possibile un accordo tra XRP e la SEC nel breve periodo?
Secondo il legale, un altro grande scontro in tribunale sarà decisivo per indicare la probabilità di riuscita di un tale avvenimento.
Spiragli di pace
John Deaton, il legale che difende Ripple nell’ormai interminabile saga che la vede contrapposta alla SEC, ha recentemente deciso di rispondere all’annosa domanda.
Secondo Deaton, la possibilità di una pronta risoluzione risiede nella causa legale intentata da Gary Gensler nei confronti di Coinbase, colosso degli exchange di criptovalute. La decisione che stabilirà se gli asset offerti sulla piattaforma siano o meno considerabili delle securities cambierà radicalmente il processo di Ripple, oltre ad avere importanti ripercussioni su tutto l’ecosistema crypto.
“L’unico modo per trovare un accordo tra Ripple e SEC entro la fine dell’anno dipende dalla concessione, totale o parziale, del giudice Failla della mozione da parte di Coinbase per respindere le accuse, reputando lo scambio di token sulla piattaforma secondo il modello bid/ask esterno rispetto alle leggi americane in materia di securities.”
Ripple col fiato sospeso: si attende il caso Coinbase
A questo punto, lo scenario legale appare decisamente più chiaro. A seguito di una tale disposizione del giudice, lo stesso legale trova difficile l’eventualità che alla SEC venga concesso un appello e, anche in questo caso, le possibilità di manovra andrebbero comunque incontro ad una grave limitazione. Pertanto, la ricerca di un accordo sarebbe di gran lunga la scelta più opportuna per mettere fine alle ostilità.
Ancora tutto da decidere dunque, anche se trapela ottimismo dopo gli ottimi risultati di agosto. Il tribunale di New York ha infatti dato parzialmente ragione a Ripple sulla questione XRP, vista come una security non registrata dall’ente federale americano.
Un’accusa molto simile a quelle impugnate contro altri grandi player del settore crypto.
Da non dimenticare, infatti, la dolorosissima accusa mossa nei confronti di Binance USD, la stablecoin di Binance che, per tale motivo, non godrà più del supporto dell’azienda madre a partire dal 2024.
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