Con la grandissima e ormai assodata diffusione delle criptovalute anche ai meno esperti, era più che normale aspettarsi di conseguenza un’esplosione del fenomeno mining.

Il processo estrattivo dietro le monete digitali ha portato spesso problemi, soprattutto per quanto riguarda l’ampio consumo energetico, talvolta così dispendioso da scoraggiare i neofiti.

A questo proposito, molte nazioni in tutto il mondo hanno iniziato a legiferare per contrastare i disagi legati a questo tipo di pratiche.

L’accusa nei confronti dei miners

Al momento, più di un paese ha mostrato il proprio astio nei confronti dei miners, accusati di vari scompensi energetici ai danni della comunità, attraverso vere e proprie manovre legali. Un tentativo di arginare il fenomeno portato avanti anche e soprattutto per via delle già precarie condizioni economiche che il mondo si trova ad affrontare a seguito della pandemia.

Molti i regimi governativi ad aver già messo in atto tali provvedimenti. La Cina, ad esempio, a seguito della definitiva messa al bando delle criptovalute, ha generato una vera e propria diaspora di minatori digitali. A questo punto i miners residenti in Cina, che già facevano parte di una abbondante percentuale del numero globale di utenti, hanno dovuto cercare altri lidi per portare avanti i propri dispendiosi progetti. A seguito di ciò, sempre più paesi si sono accorti dell’incremento di miners entro i propri confini e hanno da subito preso provvedimenti. Iran, Kazakistan e Kosovo, dove si è addirittura disposta la confisca dei costosissimi strumenti destinati al mining, spuntano nella lista delle nazioni che hanno adottato misure severe nei confronti di tale pratica

La proposta spagnola

Tuttavia, nonostante le iniziative volte a contrastare il fenomeno, non tutti i paesi del mondo hanno la stessa idea riguardo il mining di criptovalute.

In Spagna è stata recentemente avanzata la proposta di farsi avanti, proponendosi con leggi adatte alle esigenze di investitori e miners di criptovalute, come punto di riverimento per questo tipo di attività.

María Muñoz Vidal, deputata a capo dell’iniziativa, ha sottolineato come le proteste che hanno avuto luogo in Kazakistan e che hanno pesantemente influenzato le attività di mining possano fungere da campanello d’allarme sia per la Spagna che per il mondo della finanza digitale.

Sostenendo che tali disordini si trovino alla base non solo dei molti problemi di rete occorsi nel paese, ma anche del recente calo di Bitcoin, la deputata spagnola ha deciso di cogliere la palla al balzo per gettare le fondamenta di un nuovo progetto che vedrebbe la Spagna come un porto sicuro per utenti ed imprese interessate la mining di criptovalute.