Con la nuova stretta del governo cinese sulle transazioni di criptovalute, è iniziato il prevedibile esodo delle piattaforme di scambio lontano da Pechino.

Le nuove restrizioni vietano categoricamente ogni transazione che abbia come oggetto una valuta diversa da quella legale in vigore nel paese, incluse le operazioni effettuate su exchange stranieri. Una chiusura definitiva che colpisce duramente sia gli investitori cinesi che le piattaforme, costrette ad arrendersi a tale provvedimento.

Diaspora di exchange

Tra i nomi più altisonanti ad aver annunciato una prossima fuga dalla Cina vi è sicuramente BitMart, noto exchange di criptovalute. Nel comunicato si legge che dal prossimo 30 Novembre ogni account registrato dal territorio cinese verrà bloccato, in ottemperanza alle nuove disposizioni del governo circa la sicurezza degli investitori. A partire dalla data prefissata, ogni servizio attualmente disponibile per gli utenti cinesi verrà definitivamente sospeso. Secondo il sito di BitMart, tale provvedimento rappresenta un bruttissimo colpo per la società che attualmente presenta circa 5 milioni di investitori residenti in Cina.

Tuttavia, non c’è solo BitMart tra gli exchange pronti a lasciare Pechino. Anche Biki è pronta a lasciare il mercato cinese, sospendendo immediatamente la possibilità di effettuare depositi e permettendo agli utenti il solo ritiro di denaro. Anche per Biki, tutte le operazioni da e per gli utenti cinesi cesseranno la loro attività il prossimo 30 Novembre.

Soltanto qualche giorno fa, Huobi ha annunciato la rimozione dalla propria piattaforma di tutti gli account appartenenti a residenti cinesi, operazione che avverrà entro la fine dell’anno. La piattaforma registrava una grande affluenza di investitori provenienti dalla Cina.

Non solo exchange

Purtroppo, non sono solo le piattaforme di exchange ad essere duramente colpite dalle nuove restrizioni ordinate dal governo cinese.

Nello scorso venerdì, nel comunicato in cui si legge la definitiva messa al bando delle transazioni di criptovalute da parte della tesoreria cinese, non sono state risparmiate dagli avvertimenti le innumerevoli testate che trattano news e aggiornamenti del settore.

L’appello del governo è di incrementare la censura riguardo le notizie provenienti dal mondo crypto, limitando dunque i “rischi” per gli investitori cinesi di venire a contatto con questa realtà. Un atto molto più politico che finanziario dunque, tanto prevedibile quanto squisitamente persecutorio.

A seguito di ciò, Feixiaohao, testata che tratta principalmente di news in ambito crypto, ha annunciato la sospensione di ogni servizio per il territorio cinese a partire da oggi.

Oggi più che mai il mondo resta a guardare, in attesa di futuri sviluppi che andranno ad intaccare, si spera il meno possibile, il mercato crypto in tutto il mondo.