Tra l’infinità di dubbi e incertezze che il mondo ha dovuto affrontare in quasi due anni di pandemia, l’aspetto economico appare come uno di quelli più tristi e dibattuti tra aule di governo e salotti televisivi.

Con i motori economici di innumerevoli nazioni ormai compromessi, è lecito chiedersi cosa ci sia di giusto in un sistema che resiste a fatica e mostra il fianco a più riprese. Più di una persona, a quanto pare, sembra convinta che le potenzialità del digitale possano nuovamente venire in soccorso del mondo economico.

La situazione brasiliana

Il 2021 è stato un anno duro, soprattutto per l’economia brasiliana. In particolare, l’inflazione ha colpito durissimo, abbattendo il valore del real brasiliano di circa il 30% e gettando ulteriori ombre sull’operato del governo.

Stando ai soli, tristi dati di natura squisitamente macroeconomica, verrebbe da pensare che una tale instabilità economica possa risultare ben presto terreno fertile per l’esplosione del fenomeno crypto. Allargando lo studio anche a dati più specificatamente finanziari, la risposta pare essere che tale direzione è già ampiamente battuta dal popolo brasiliano.

Secondo le istituzioni brasiliane, il volume di stablecoin oggetto di trading negli scambi degli utenti brasiliani nel 2021 avrebbe triplicato i dati dell’anno precedente, raggiungendo gli 11 miliardi di dollari di transazioni. Allo stesso modo, gli scambi di Bitcoin hanno subito un’impennata ugualmente notevole, a testimoniare la sempre maggior fiducia negli asset digitale da parte dei brasiliani.

I motivi del boom

A tutti gli effetti, il Brasile rappresenta attualmente un vero e proprio porto sicuro per gli investitori del mondo crypto.

La legge brasiliana, in particolare, incentiva il loro acquisto rispetto a valute straniere come il dollaro americano. Applicando una tassa alle transazioni verso valute straniere e lasciando fuori da tale regime le valute digitali, è facile capire come mai sempre più brasiliani scelgano le stablecoin come strumento per combattere l’inflazione.

Secondo la Central Bank of Brazil (BCB), i cittadini brasiliani sarebbero titolari di una cifra vicina ai 50 miliardi di dollari in asset digitali, contro i soli 16 miliardi investiti nel mercato azionario tradizionale.

Dopotutto, la stessa banca centrale si è sempre mostrata estremamente favorevole e aperta allo scambio di criptovalute, incoraggiando il loro utilizzo anche nel proprio network a partire dal 2020 attraverso l’applicazione PIX, fulcro del proprio sistema di pagamenti digitali.

Resta da capire dunque quanto l’esplosione del mercato digitale brasiliano possa essere collegato ai recenti stravolgimenti macroeconomici che hanno colpito il paese. In ogni caso, è lecito chiedersi se l’attuale sistema economico non abbia realmente bisogno di un’alternativa digitale da mettere a disposizione di tutti i cittadini.